La genesi della prestigiosa raccolta di antichità Giustiniani è legata alla illustre personalità del Marchese Vincenzo Giustiniani (1564 – 1637). Potente banchiere, l’importante attività collezionistica e la vocazione al mecenatismo lo resero una figura di riferimento per i più grandi intellettuali e artisti dell’epoca, molti dei quali, come Gian Lorenzo Bernini, lavorarono per lui come restauratori. Personalità poliedrica, grazie alla sua profonda cultura contribuì alla teoria delle arti figurative attraverso la stesura di tre scritti, Discorso sopra la pitturaDiscorso sopra la scultura Discorso sopra l’architettura, i quali testimoniano i principi estetici e il gusto che orientarono la formazione della sua imponente collezione, dalla quale emerge una chiara predilezione per la statuaria antica. L’imponente raccolta, i cui pezzi più celebri sono mirabilmente riprodotti nell’opera a stampa Galleria Giustiniana, era destinata ad adornare le residenze della Famiglia: Palazzo Giustiniani, due ville romane e il palazzo di Bassano Romano.
All’inizio del XIX secolo, costretta da pressanti difficoltà economiche, la Famiglia Giustiniani avviò la vendita del prestigioso patrimonio artistico; nel 1825 fu acquisito dalla Famiglia Torlonia il nucleo più importante di circa 270 sculture provenienti da Palazzo Giustiniani (definitivamente disponibili nel 1856), tra le quali si annoverano una celebre serie di ritratti e busti imperiali, la Hestia Giustiniani e il cd. Eutidemo di Battriana.